La Festa di San Calogero
Un pò di storia...
San Calogero, venerato ad Agrigento, è una figura reale, nitida, autentica grandiosa e luminosa che continua a suscitare quei valori religiosi, morali e soprannaturali capaci di incidere profondamente nelle convinzioni e nelle aspirazioni nel nostro popolo tenuto conto che in questi 15 secoli trascorsi dalla sua esistenza terrena molti eventi infausti si sono susseguiti in questo territorio.
Il nostro Santo è nativo di Cartagine, tra il V o VI secolo, e di lui non si conoscono i trascorsi giovanili, ma di sicuro ebbe un'ottima istruzione di base che lo aiutò ad accrescere le sue conoscenze, con risultati eccellenti, nello studio della Bibbia, della medicina, della botanica e di altre scienze naturali.
Fù affascinato dalla vita degli eremiti e si sentì preso da quella solitudine piena di spirito di contemplazione , di penitenza e di serenità evangelica.
A seguito delle invasioni dei vandali-ariani, coincidenti in un periodo di persecuzioni cattoliche, maturò, con altri fratelli, l'idea di portare in altri lidi più benevoli la parola di Dio e così si imbarcarono e vennero in Sicilia. Anche in questi posti non si viveva una esistenza tranquilla, infatti, Gregorio e Demetrio furono martirizzati e Calogero si ritiro in una grotta nelle cui vicinanze altri si rifugiarono e seguirono il nostro Santo nell'inserimento e la predicazione presso le popolazioni locali, ben presto altri si affiancarono ai monaci votandosi alla predicazione.
Ad imitazione del Cristo anche Calogero, pian piano, allargò gli orizzonti della sua azione pastorale e, sotto la guida di Dio, si spostava di contrada in contrada per predicare. La tradizione agrigentina vuole che S. Calogero e i suoi confratelli tanto bene fecero al popolo nello spirito, con la predicazione, e nel corpo, con la conoscenza dell'arte medica.
Si vuole pensare che il Santo dimorò nelle grotte che esistevano nel luogo dove successivamente è stata edificata la Chiesa; certo è che di solito a quei tempi la devozione portava i fedeli a ricordare così questi benefattori.
Altra tenera tradizione ricorda come il Santo, durante la peste che imperversava in città, con l'aiuto dei suoi monaci allestirono un lazzaretto dove curavano e accudivano i malati. Quando venivano a mancare gli alimenti il Santo andava in città a mendicare per sfamare i bisognosi e mentre girava per le strade supplicava i sani d'avere pietà per gli ammalati e così le imposte si aprivano e, sul mantello aperto del Santo, piovevano pane e generi di conforto.
I festeggiamenti...
Tante sono le tradizioni che vogliono i festeggiamenti, negli anni passati, ricchi di manifestazioni che nel tempo e per tante ragioni si sono perse nei ricordi e pertanto ricorderemo solo quelle che, come oggi, si svolgono fino alla seconda domenica di luglio.
Iniziano il venerdì antecedente la prima domenica con l'intensificazione delle funzioni religiose in Santuario per l'accoglienza dei fedeli che iniziano i pellegrinaggi al Santo e inizia, nel pomeriggio, l'Ottavario predicato che vede il tempio gremito di fedeli; viene inaugurata l'illuminazione straordinaria della città e i tamburi caratteristici girano per tutte le strade annunciando, con il loro suono l'avvicinarsi della festa, e nelle strade vicine delle bancarelle, con prodotti di tutti i generi principalmente dolciari, ricordano a tutti il momento festoso.
Il sabato è dedicato al nobile gesto della donazione del sangue per i bisogni degli ammalati e per le vie cittadine, oltre ai tamburi, una delle due bande musicali allieta i cittadini con musiche tradizionali e in serata, nel sacrato della Chiesa, esegue un concerto; nel Santuario le funzioni religiose si intensificano ed in particolar modo il rito della benedizione del tradizionale pane che i devoti fedeli fanno preparare per le grazie ricevute e che utilizzano per donarlo ai poveri o a chi lo chiede in devozione o lo offrono al Santo, durante la processione diurna della domenica, per ricordare l'antica tradizione che vuole San Calogero mendicare alimenti per gli ammalati di peste.
Il programma della prima domenica inizia con la tradizionale "Fiera degli equini, bovini, ovini e attrezzi agricoli" che richiama ai cittadini le origini dell'antica comunità contadina. " L'alborata" o sparo di mortaretti, ricorda a tutti che finalmente l'incontro con il Santo per le strade è imminente e successivamente per le strade i tamburi e le bande intensificano il [messaggio. In Santuario tutte le attività religiose si susseguono con una partecipazione che è davvero commovente, mancando addirittura spazi per potere accogliere tutti i fedeli. Di pane se ne benedice a quintali e davanti la Chiesa molti devoti lo chiedono con devozione.
Alle 12 in punto II Santo, deposto dal suo abituale posizionamento sull'abside e fissato da robusti perni sulla "vara", viene portato a spalla in processione, in mezzo ad una marea di folla commossa e pregante ed accompagnato dalla banda musicale, per il tradizionale percorso dai "devoti portatori" che, per la fatica ed il gran caldo, a decine si alternano alle aste dovendo i più, per grazia ricevuta, soddisfare una promessa.
Al calar della sera e sempre in processione, ma con il Santo collocato su di un mezzo motorizzato, si ritorna verso la Chiesa e intensi sono i momenti di preghiera a cui partecipano molti fedeli che ai lati della strada o situati dopo il Santo pregano con tanto fervore; intervallati alle preghiere le bande musicali eseguono pezzi d'opera.
Prima del ritorno al Santuario è tradizione che vengano eseguiti dei giochi pirotecnici, comunemente denominati "a maschiata di San Calò" a cui gli agrigentini, fin da tempi remoti, tengono tanto.
Finalmente si giunge al Santuario e il Santo viene rientrato in Chiesa viene riposto sull'altare per essere commoventemene ringraziato dai fedeli con urla di gioia ed invocazioni. Durante i giorni della settimana successiva in Chiesa si svolgono funzioni religiose e benedizioni, si predica l'ottavario e si accolgono i numerosi pellegrini che da soli o in comunità parrocchiali vengono a chiedere e pregare il Santo; esternamente la città è sempre illuminata a festa e i tradizionali tamburi diffondono in ogni dove il messaggio simbolico del Santo.
La seconda domenica dopo "l'alborata" e l'arrivo delle bande musicali una manifestazione particolare si svolge in ringraziamento a quanti ricevuto, ovvero, la "Sagra del grano" che è una processione offertoriale con la partecipazione dei devoti portatori, dei fedeli con gli ex voto, con prodotti della terra e lavori artigianali, seguiti da un corteo di "carretti siciliani", da muli e animali parati dalle bande e dai tamburi. Le cerimonie religiose sono impreziosite dalla celebrazione della Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo della Diocesi, a testimonianza della fede al Santo compatrono della città.
Il Santo viene portato in processione intorno alle ore 13, per un percorso che è diverso da quello della prima domenica, ma lungo il quale una moltitudine di gente attende sotto il sole il passaggio del Santo con grande devozione. La processione serale chiude i festeggiamenti ufficiali e dopo i rituali giochi pirotecnici il Santo rientra nel Santuario con una particolare "incertezza" da parte dei portatori.
Una cosa è certa che la festa in onore di San Calogero resta una manifestazione di fede popolare d'intesa commozione ed unica nel suo genere.